L’abito fa il monaco? Nì. Di certo sapersi presentare aiuta, ma poi è ciò che siamo e ciò che sappiamo a fare la differenza, senza troppe costruzioni e senza “bluffare”. Questo è ciò che consiglia Massimo Roascio, professionista nell’ambito delle risorse umane, che ha lavorato nella direzione personale di Fiat, Telecom e Alitalia e che oggi è Senior Consultant presso The European House - Ambrosetti. Di sicuro è uno che di colloqui ne sa qualcosa.
Il primo consiglio di Massimo Roascio è quello di vestirsi in modo consono al momento. Niente minigonne e scollature vertiginose per le ragazze, niente bermuda e infradito per i ragazzi. Ricordatevi che, per quanto il clima sia caldo, state affrontando una prova d’esame di Stato.
Un look da esame non include esagerazioni, in tutti i sensi. Banditi quindi pettinature o trucco esagerati e stile aggressivo, ma anche l’eleganza fuori luogo: “Il tailleur o la giacca e la cravatta non si addice ad un ragazzo o una ragazza di 18 anni. Meglio quindi puntare su un look pulito e adatto alla propria età”.
Piercing e tatuaggi? Non sono di per sé un problema. Conta decisamente di più essere ben preparati. “Di certo se si è ricoperti di piercing si può valutare di toglierne qualcuno per l’occasione, e se si è pieni di tatuaggi di non ostentarli, ma senza farne una malattia. Va bene addolcirsi, sfumare gli eccessi, ma non cercare di essere qualcun altro.”
Durante il colloquio, è bene rimanere naturali, senza risultare costruiti. “Bisogna dare l’impressione di essere trasparenti, ed esserlo realmente, senza bluff. Non c’è niente di peggio, per chi deve dare un giudizio su qualcuno, di sentirsi preso in giro. Il mio consiglio è di non fingere di sapere ciò che non si sa o di essere ciò che non si è”.
Durante il colloquio orale, raccomanda Massimo Roascio, “bisogna dedicare la propria attenzione all’interlocutore guardandolo negli occhi, senza mostrarsi distratti”. In nessun modo si deve far pensare al commissario di non ascoltarlo o di non dargli la giusta importanza durante l’interrogazione. Allo stesso tempo, mostrarsi spocchiosi o ostentare eccessiva sicurezza, o addirittura avere uno sguardo di sufficienza e sbuffare, può infastidire molto il professore. Mai farlo!
Se non si capisce una domanda da parte del commissario, meglio non fare espressioni bizzarre o sgranare gli occhi, o al contrario fare finta di sapere tutto e arrampicarsi sugli specchi. “Se non si capisce qualcosa, basta mantenere la calma e chiedere spiegazioni. È la cosa più intelligente”. In più, anche se è difficile, è consigliabile essere sinceri quando non si conosce la risposta ad una domanda. “Meglio ammettere di non saper rispondere piuttosto che arrampicarsi sugli specchi, specie se non si è capaci a farlo in maniera credibile”.
Può capitare, mentre si sta parlando, di trovarsi di fronte un’espressione corrucciata del prof o un suo sguardo difficile da interpretare. In questi casi, non bisogna bloccarsi o perdere la voce, meno che mai entrare in uno stato di ansia, quanto piuttosto cercare di risolvere il momento imbarazzante positivamente. “Si può chiedere al professore se c’è qualche punto oscuro, e se trova necessario altre spiegazioni, magari si può ripetere il passaggio più chiaramente. Ma senza ostentare insicurezza” sostiene Roascio.
Non bisogna sottovalutare anche i momenti in cui ci si presenta alla commissione e ci si congeda. “Evitare assolutamente di fare l’esame orale tra le battute e il chiasso dei compagni di classe, facendo gli sbruffoni” sostiene Roascio. “Il maturando dovrebbe entrare con calma, in modo sciolto, salutare la commissione ricambiando lo sguardo dei professori e infine sedersi in maniera naturale e composta”. La stessa pacatezza va mantenuta al momento dell’uscita di scena. “È bene ringraziare i docenti, salutarli e uscire con educazione“.
Meglio ricordarselo sempre: niente gomma da masticare in sede d’esame durante il colloquio. E per quanto riguarda il telefonino, è il caso di affidarlo in buone mani e lasciarlo fuori dalla porta.
In poche parole, ciò che consiglia Massimo Roascio nella sua lunga esperienza in tema di colloquio, è quello di applicare il buon senso. “Mostrarsi educati paga sempre, così come essere calmi e naturali, senza bluff” - conclude Roascio - “bisogna ricordarsi che si tratta dell’esame di maturità, ed essere maturi include anche sapersi comportare e sapersi relazionare agli altri.”
Fonte: tgcom24.mediaset.it
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